L’Italia può essere ripescata al Mondiale? Cosa dice il regolamento Fifa

L’Italia può essere ripescata al Mondiale? Cosa dice il regolamento Fifa ?  L’articolo 7 del Regolamento generale della Fifa apre alla possibilità di un ripescaggio a completa discrezione del Comitato organizzatore in caso di ritiro o esclusione di una delle nazionali qualificate.
Una flebile speranza per gli azzurri.






La speranza di ribaltare lo 0-1 rimediato in terra svedese si è spenta nella maledetta notte di San Siro. L'Italia è ufficialmente fuori dai Mondiali di Russia 2018, per quella che rappresenta senza dubbio una catastrofe a livello sportivo. Buffon, Barzagli, De Rossi e probabilmente anche Chiellini hanno già detto addio alla Nazionale e assisteranno alla competizione iridata da spettatori. Il tutto a meno di un clamoroso ripescaggio che rimetterebbe in gioco gli azzurri.

Ma quanto sono concrete le prospettive di un sorprendente ritorno in gioco dell'Italia? Cosa dice il regolamento dei Mondiali? L'articolo 7 del regolamento ufficiale della FIFA lascia aperto un piccolissimo spiraglio. L'Italia potrebbe essere ripescata, ecco come Come scegliere la squadra ripescata ai Mondiali, secondo l'articolo 7 del regolamento Fifa •

Quali nazionali potrebbero essere escluse dal Mondiale • Le squadre finora qualificate Il celebre precedente della Danimarca nel 1992 L'Italia potrebbe essere ripescata, ecco come. Nel regolamento ufficiale della Fifa e in particolare nell'articolo 7 si parla appunto del possibile ripescaggio di una delle nazionali eliminate, nel caso in cui una delle 32 rappresentative qualificate "si ritiri o sia esclusa dalla competizione".

Nel caso in cui si verificasse questa circostanza, allora il massimo organismo calcistico internazionale potrebbe "decidere di sostituire la squadra eventualmente esclusa o ritirata con un’altra". E l'Italia (che tra l'altro è la migliore seconda dei 9 gruppi europei a non essere qualificata), potrebbe essere scelta, aumentando la competitività del Torneo. Come scegliere la squadra ripescata ai Mondiali, secondo l'articolo 7 del regolamento Fifa. Ma in caso di forfait o esclusione, come la Fifa sceglierebbe la squadra che potrebbe tornare in gioco? La scelta sarà presa a discrezione del Comitato organizzatore senza tener conto di classifiche delle qualificazioni, o ranking. Ecco allora che la possibilità di scegliere l'Italia sarebbe concreta.

Questo quanto si evince nell'articolo 7 del regolamento generale della Fifa: "Qualora un'associazione (intesa come Federazione, ndr), si ritiri o sia esclusa dalla gara, il comitato organizzatore della FIFA deciderà sulla questione a propria discrezione e prenderà qualsiasi azione ritenuta necessaria. Il comitato organizzatore della FIFA può in particolare decidere di sostituire l'associazione in questione con un'altra associazione". Quali nazionali potrebbero essere escluse dal Mondiale.

Al momento a pochi mesi da Russia 2018 è difficile ovviamente ipotizzare in un'esclusione o in un ritiro da parte di una delle squadre qualificate al Mondiale 2018. Certo ci sono Paesi in cui la situazione politica è tutt'altro che tranquilla, come la Corea del Sud, la Nigeria, l'Iran, l'Arabia Saudita, il Senegal, l'Egitto, ma al momento l'ipotesi di un ritorno in gioco della Nazionale italiana, è davvero di difficile concretizzazione.







Le squadre finora qualificate. Russia, Germania, Brasile, Portogallo, Argentina, Belgio, Polonia, Francia, Spagna, Svizzera, Inghilterra, Colombia, Messico, Uruguay, Croazia, Costa Rica, Tunisia, Egitto, Senegal, Iran, Svezia, Serbia, Islanda, Nigeria, Giappone, Marocco, Panama, Corea del Sud, Arabia Saudita".

  Il celebre precedente della Danimarca nel 1992. Certo i precedenti di esclusioni più o meno clamorose non mancano. Il caso più eclatante è quello della Jugoslavia, in occasione degli Europei del 1992. In seguito all'esplosione della guerra nei Balcani, la nazionale jugoslava venne esclusa dalla rassegna continentale, con il suo posto che fu preso dalla Danimarca, laureatasi poi a sorpresa campione d'Europa. I tifosi italiani si aggrappano dunque a quest'ultima flebile speranza che eviterebbe al nostro Paese un danno complessivo stimato in un miliardo di euro.

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